Acquisti Verdi, Life-Cycle Costing nelle gare d’appalto, sogno o realtà?

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Il Life-Cycle Costing (LCC) o Life-Cycle Cost Analysis (LCCA) è la metodologia che consente di valutare i costi lungo l’intero ciclo di vita di un approvvigionamento (dalla produzione alla fase di smaltimento) ed è alla base degli Acquisti Verdi pubblici.

In che rapporto è il Life-Cycle Costing con gli Acquisti Verdi?

Il Life-Cycle Costing è riconosciuto come criterio di aggiudicazione dall’art. 96 del Codice dei Contratti.

Ma ad oggi è possibile applicare il Life-Cycle Costing nelle gare d’appalto?

I costi del ciclo di vita (Life-Cycle Costing – LCC) includono tutte le spese da sostenere per un prodotto, opera o servizio. Gli acquisti verdi prevedono la valutazione delle esternalità economiche di tutto il ciclo di vita di un qualsiasi approvvigionamento pubblico permettendo così di ottenere una riduzione dei costi attribuibili alla progettazione, alla produzione, all’uso e al fine vita, ma anche delle spese per la collettività (salute pubblica) e alla riduzione degli impatti ambientali.

Per molti prodotti, servizi e lavori, le spese di utilizzo e smaltimento possono essere anche considerevoli, ad esempio in termini di dispendio energetico, manutenzione, smaltimento di materiali pericolosi.

Calcolare i costi durante il ciclo di vita in una gara d’appalto ha un chiaro risvolto vantaggioso in termini economici.

Dato che il prezzo di acquisto e le spese per energia, di smaltimento dei rifiuti, di acqua e manutenzione sono a carico della stazione appaltante, è necessario un approccio intersettoriale che permetta di individuare l’opzione caratterizzata dal minor costo nel medio e nel lungo periodo.

Quali sono le norme che definiscono il LCC?

Il Life-Cycle Costing (LCC) è contenuto nella strategia europea Politica Integrata di Prodotto (IPP) le cui linee strategiche sono definite nella Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del giugno 2003 (COM n. 302 del 2003). Inoltre l’articolo 68 della Direttiva 2014/24/UE sugli Appalti Pubblici e l’articolo 96 del Codice dei Contratti stabiliscono che l’utilizzo del costo del ciclo di vita negli approvvigionamenti pubblici deve prevedere l’inserimento nella documentazione di gara del metodo di calcolo e l’indicazione dei dati che i concorrenti devono fornire.

Come può essere utilizzato il Life-Cycle Costing in una gara d’appalto?

Una stazione appaltante può utilizzare il Life-Cycle Costing come criterio di valutazione delle offerte e/o in fase di monitoraggio dei benefici economici derivati da una scelta ambientale rispetto ad una non ambientale.

Nel primo caso, come criterio di valutazione delle offerte, l’applicazione del LCC permette di individuare l’offerta migliore dal punto di vista della sostenibilità economica complessiva.

Nel secondo caso, in fase di monitoraggio del benefici economici, il Life-Cycle Costing serve a delineare la convenienza o meno di certe scelte: è implicito il fatto che tale applicazione sia in realtà funzionale ad orientare le future scelte della stazione appaltante sulla base dei benefici non solo ambientali ma anche economici.

A che punto siamo in Europa?

Affinché il Life-Cycle Costing possa diffondersi in modo consistente negli approvvigionamenti pubblici diventa fondamentale che a livello europeo si arrivi a una standardizzazione condivisa di questa metodologia. Per tale ragione la Commissione Europea sta sviluppando una serie di strumenti di calcolo dell’LCC specifici per alcuni ambiti di approvvigionamento come distributori automatici, apparecchiature elettriche ed elettroniche per ufficio, illuminazione degli edifici, illuminazione pubblica.

Scopri cosa fa Punto 3 in questo ambito 

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