Dal 1 agosto 2019 è entrata in vigore la direttiva 2019/1161/UE “Modifica alla direttiva 2009/33/CE relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada” il cui recepimento da parte degli Stati membri è previsto entro il 2 agosto 2021.
Il contesto
Il trasporto su strada è responsabile del 20% delle emissioni di gas climalteranti nell’Unione europea (UE), il che lo rende uno dei principali ambiti di intervento verso una società a basse emissioni di carbonio.
Cosa prevede la direttiva UE veicoli puliti
La direttiva impone agli Stati membri di assicurare che le amministrazioni aggiudicatrici tengano conto dell’impatto energetico e dell’impatto ambientale nell’arco di tutta la vita, tra cui il consumo energetico e le emissioni di CO2 e di talune sostanze inquinanti, negli appalti pubblici per taluni veicoli adibiti al trasporto su strada, al fine di promuovere e stimolare il mercato dei veicoli puliti e a basso consumo energetico e di potenziare il contributo del settore dei trasporti alle politiche dell’Unione in materia di ambiente, clima ed energia.
Tale direttiva fissa – per ciascuno Stato Membro – degli obiettivi minimi per gli acquisti verdi pubblici di veicoli, che per l’Italia sono le seguenti:
- il 38,5 % al 2025 e 2030 per i veicoli leggeri
- il 10% al 2025 e 15% al 2030 per gli autocarri
- il 45% al 2025 e 65% al 2030 per i bus
Una nuova definizione di “veicolo pulito”
Il testo della direttiva include una nuova definizione di “veicolo pulito”, che si basa per i veicoli leggeri su soglie minime di emissioni di CO2 che a partire dal 2026 dovranno essere pari a zero, mentre per i veicoli pesanti si prevede l’utilizzo combustibili alternativi. L’ambito di applicazione della direttiva include non solo la fornitura di veicoli ma anche il leasing di veicoli e contratti di servizi per veicoli, quali servizi di trasporto, posta e pacchi e la raccolta dei rifiuti.
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