Bilancio di Sostenibilità sotto la lente nella ricerca di ConsumerLab “Il futuro non aspetta”

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La ricerca di ConsumerLab “Il futuro non aspetta”, voluta da Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Comitas, ha l’obiettivo di valutare la concreta affermazione degli obiettivi annunciati nei Bilanci di Sostenibilità e di verificare la reale consapevolezza e partecipazione dei consumatori.

L’analisi

La ricerca “Il futuro non aspetta” è il frutto di quattro anni di lavoro in cui sono stati esaminati 1.500 Bilanci di Sostenibilità, raccolte interviste da 32.000 consumatori, sintetizzate valutazioni da 25.000 post sui social network, organizzati confronti con 155 manager impegnati nelle responsabilità sociale, nelle pubbliche relazioni, nella comunicazione, nel risk management. Un lavoro che definisce la sintesi e le conclusioni di otto ricerche preliminari già pubblicate e discusse in apposti seminari sui temi più significativi dell’economia sostenibile.

Per dare ulteriore perfezionamento all’efficacia dei contenuti per l’effettivo coinvolgimento dei consumatori, è stato inserito il contributo apportato dagli indicatori ISTAT-BES Benessere Equo e Sostenibile, inseriti tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale come previsto dalla Legge di Bilancio. La ricerca si conclude con l’analisi degli interventi implementati da 234 Imprese a seguito della pandemia da Coronavirus.

8 imprese su 10 non redigono il Bilancio di Sostenibilità

Delle imprese medio-grandi (30/40mila unità) 8 su 10 non redigono il Bilancio di Sostenibilità: diverse imprese tenute per legge a redigere la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) mancano all’appello. A parte quelle presenti in mercati internazionali, la quasi totalità delle imprese non ha una sezione dedicata alla redazione del Bilancio. Normalmente, infatti, è impegnata una sola unità lavorativa, anche condivisa con la comunicazione e le relazioni esterne.

Il consumatore deve avere chiaro che il profitto generato da un’impresa rispetta il bene comune, concorre al senso civico e opera nell’interesse generale; in pratica, contribuisce al benessere diffuso, soprattutto per le generazioni future; crea valore nel tempo, evidenziando come l’impatto generato con le proprie attività avvantaggi, creando valore condiviso, e non svantaggi, determinando danni, impronte e turbative a terze parti che indirettamente o direttamente ne sono coinvolte. I Bilanci di Sostenibilità testimoniano questa esigenza, per gli investitori e per gli addetti ai lavori, non per i consumatori, che li trovano illeggibili. Le imprese non dedicano adeguato impegno per la divulgazione delle affermazioni della cultura della sostenibilità. (Francesco Tamburella, Responsabile ConsumerLab e autore della ricerca)

Le imprese che redigono il Bilancio di Sostenibilità scrivono documenti che non sono utili alla reputazione, che non favoriscono scelte consapevoli e che non promuovono la cultura diffusa della sostenibilità. Si tratta in sostanza, come spiegano le associazioni di ConsumerLab, di documenti poco trasparenti, spesso incomprensibili dai consumatori, che nella maggior parte dei casi vengono redatti dalle imprese solo per ottemperare ai propri doveri, senza tuttavia la volontà di comunicare agli utenti il loro reale impegno in favore della sostenibilità.

Il Bilancio di Sostenibilità: uno strumento ad uso degli stakeholder consumatori

Un’impresa che dimostri di essere solida, perbene, lungimirante e generosa, nel rispetto della legalità, piace ai consumatori, è vincente.

La sostenibilità non è un optional ma una radice di stabilità, che evidenzierà come l’impresa ha affrontato, si è adattata e ha tratto vantaggio dalla crisi portata dal COVID-19, rinnovandosi, evolvendosi, adattandosi.

La ricerca avvia un’analisi che approfondirà entro la fine del 2020 come le imprese hanno comunicato gli impegni a misurarsi con la nuova normalità imposta dal COVID-19 e concretizzato prestazioni adeguate compatibili con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Verranno anche alla luce le promesse non mantenute, le autoreferenzialità di facciata, le prestazioni prive di effetti. I finanziamenti stanziati dall’UE a sostegno della ripresa avranno come fondamento i principi dello sviluppo sostenibile; le imprese potranno accedervi adottando codici di condotta e proponendo progetti utili, anche condivisi con i consumatori. (Francesco Tamburella, Responsabile ConsumerLab e autore della ricerca)

La ricerca si può richiedere sul sito di ConsumerLab

Punto 3 supporta le imprese nella realizzazione del Bilancio di Sostenibilità in conformità agli standard internazionali GRI, curandone oltre agli aspetti di rendicontazione, gli aspetti di trasparenza e comunicazione. Scopri di più

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