A poco meno di un anno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea della Decisione 2018/680/CE che stabilisce i criteri Ecolabel UE per i “Servizi di pulizia di ambienti interni” è possibile tracciare un primo bilancio della diffusione nel settore del cleaning professionale di questa certificazione.
Ad oggi sono quattro le imprese di pulizia che hanno ottenuto la certificazione in Europa e tutte e quattro sono imprese italiane.
L’acquisizione di questa certificazione permette alle imprese di pulizia di dimostrare più agevolmente l’efficienza delle proprie pratiche ambientali in sede di gara nell’ambito degli appalti pubblici che prevedono applicazione di Green Public Procurement ed evidenzia l’impegno delle aziende nei confronti del benessere e della sicurezza dei propri dipendenti, garantendo una riduzione della loro esposizione alle sostanze pericolose per la salute.
Questo importante risultato è in continuità con la “tradizione” del comparto produttivo italiano sempre al primo posto in Europa per numero di prodotti e servizi certificati e dipende anche dall’attuale contesto normativo in cui questa certificazione si inserisce.
L’attuale Codice dei Contratti permette alle stazioni appaltanti di utilizzare l’Ecolabel UE come criterio premiante delle offerte (art. 95) e/o come strumento di conformità dei criteri ambientali richiesti in gara e in fase di esecuzione del contratto.
La prima stazione appaltane che ha richiesto come criterio premiante delle offerte la certificazione Ecolabel UE del servizio di pulizia è il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’appalto del servizio di pulizia del Parco Archeologico del Colosseo.