Reporting di Sostenibilità e Direttiva CSRD, quali saranno gli standard ambientali

Reporting di Sostenibilità e Direttiva CSRD, quali saranno gli standard ambientali
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L’approccio al Reporting di Sostenibilità per le imprese che dovranno ottemperare alla nuova Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sarà basato sui nuovi standard europei (ESRS) elaborati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), ancora in via di definizione.

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Il primo pacchetto di 12 bozze rilasciato dall’EFRAG lo scorso novembre, di cui Punto 3 ha già parlato in un precedente articolo, si compone di due blocchi: il primo è “cross-cutting”, costituito cioè da standard che si applicano trasversalmente a tutti gli argomenti di sostenibilità; il secondo blocco invece comprende i “topic standard”, standard specifici sulle tematiche ESG, cioè ambientali, sociali e di governance.

Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) sono al momento al vaglio da parte della Commissione Europea per l’approvazione finale, per cui potranno subire ancora alcune modifiche prima dell’emanazione del Delegated Act Europeo previsto per giugno 2023 e che li renderà obbligatori sul territorio europeo.

Gli standard EFRAG dedicati alle tematiche ambientali sono cinque e forniscono un totale di 50 “Disclosure Requirements, ovvero gli obblighi di informativa che le imprese dovranno rendicontare sulle tematiche risultate materiali. 

Reporting di Sostenibilità: cosa cambia con la nuova Direttiva CSR
Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

ESRS E1 – CAMBIAMENTO CLIMATICO

Questo Standard contiene 17 Disclosure Requirements che mirano principalmente a far comprendere:

  • come l’attività dell’impresa influisce sul cambiamento climatico in termini di impatti positivi e negativi, effettivi o potenziali;
  • le azioni passate, presenti e future in linea con l’Accordo di Parigi e volte a contribuire al non superamento della soglia di 1.5° C di riscaldamento globale;
  • la traiettoria compiuta dall’azienda per la transizione verso un’economia sostenibile.

Lo Standard riguarda obblighi informativi relativi ai sette gas a effetto serra, ovvero anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCS), perfluorocarburi (PCFS), esafluoruro di zolfo (SF6), trifluoruro di azoto (NF3).

La rendicontazione sul cambiamento climatico deve includere le tre tipologie di emissioni:

  1. emissioni dirette di tipo Scope 1, provenienti da fonti possedute o controllate dall’impresa;
  2. emissioni indirette di tipo Scope 2, conseguenza delle operazioni dell’impresa ma che si verificano presso fonti di proprietà o controllate da un’altra società (ad esempio elettricità, vapore, calore o raffreddamento acquistati e consumati dall’impresa);
  3.  emissioni indirette di tipo Scope 3, che si verificano nella catena del valore dell’impresa, comprese le emissioni a monte e a valle, il trasporto delle merci e i viaggi.

ESRS E2 – INQUINAMENTO

Questa bozza delinea i requisiti informativi per consentire agli utilizzatori dei bilanci di sostenibilità di comprendere come l’impresa influisce sull’inquinamento dell’aria (sia interna che esterna), dell’acqua (comprese le acque sotterranee), del suolo, degli organismi viventi e delle risorse alimentari, in termini di impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali.

I Disclosure Requirements di questo Standard sono 7 e si concentrano sia sulle politiche implementate per prevenire e controllare l’inquinamento sia sui target che l’impresa ha definito in linea con il Piano di Azione Europeo “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo”.

ESRS E3 – ACQUA E RISORSE MARINE

L’obiettivo di questa bozza, costituita da 7 Disclosure Requirements, è di far comprendere gli impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali, che l’impresa ha sulle risorse idriche e marine. Inoltre si richiede di rendicontare le azioni intraprese, e relativi risultati, per la tutela delle risorse idriche e marine, anche con riferimento alla riduzione dei prelievi idrici, dei consumi idrici, dell’uso dell’acqua, degli scarichi nei corpi idrici e nei mari.

La voce “acqua” comprende il rapporto dell’impresa con l’acqua nella sua catena del valore a monte e a valle, in termini di dipendenze, impatti, rischi e opportunità e di come affronta efficacemente tali questioni. Le “risorse marine” coprono i requisiti di divulgazione relativi alle attività dell’impresa che causano o contribuiscono agli impatti attraverso l’uso di risorse oceaniche, scarichi ed emissioni nell’ambiente che finiscono negli oceani o attività situate in aree marittime.

ESRS E4 – BIODIVERSITA’ ED ECOSISTEMI

I 10 Disclosure Requirements che compongono questa informativa vogliono mettere in luce il modo in cui l’impresa incide sulla biodiversità e sugli ecosistemi, le azioni intraprese e i risultati per prevenire, mitigare o rimediare agli impatti negativi. I piani aziendali devono essere in linea con l’obiettivo di garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi mondiali e i loro servizi ecosistemici siano in buone condizioni ecologiche, resilienti e adeguatamente protetti, così da contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell’Unione Europea sulla Biodiversità per il 2030.

Il risultato del processo di valutazione della rilevanza degli impatti deve basarsi sull’ubicazione dei siti geografici e prendere in considerazione la probabilità (frequenza di accadimento e velocità dell’impatto) e la gravità degli impatti sulla biodiversità e sugli ecosistemi (compresa la rimediabilità, cioè il potenziale di mitigazione).

ESRS E5 – USO DI RISORSE ED ECONOMIA CIRCOLARE

Questo Standard, costituito da 9 Disclosure Requirements, evidenzia gli impatti materiali positivi e negativi, reali o potenziali, sull’uso delle risorse, compreso l’esaurimento delle risorse non rinnovabili e la rigenerazione delle risorse rinnovabili. Inoltre, chiede di rendicontare i piani e la capacità dell’impresa di adattare il suo modello di business e le sue operazioni in linea con i principi dell’economia circolare, tra cui l’eliminazione dei rifiuti, la circolazione dei prodotti e dei materiali a la rigenerazione della natura.

L’economia circolare è un sistema in cui i rifiuti e l’inquinamento sono eliminati e l’uso delle risorse è ridotto al minimo attraverso una progettazione sistemica, mantenendo e migliorando il valore dei prodotti e ottenendo un flusso circolare delle risorse. Un importante concetto è lo sganciamento dell’attività economica e della crescita dell’impresa dall’estrazione delle risorse naturali attraverso l’intensificazione dell’uso circolare dei materiali.

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