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Acido tartarico naturale e CFP: la ricetta sostenibile di Randi Group

Acido tartarico naturale e CFP: la ricetta sostenibile di Randi Group
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Randi Group sceglie la sostenibilità come leva strategica, valorizzando i sottoprodotti dell’uva in un’ottica di economia circolare. Con il supporto di Punto 3, ha avviato un percorso di certificazione della Carbon Footprint per i propri prodotti.

Chi è gruppo Randi

Fondato nel 1968 da Giovanni Randi, il Gruppo Randi nasce con l’obiettivo di valorizzare i sottoprodotti dell’uva, specializzandosi nella produzione di acido tartarico attraverso processi naturali. Da allora, l’attenzione alla qualità e alla relazione con i clienti ha guidato la crescita dell’azienda, oggi realtà internazionale con sei stabilimenti produttivi e oltre 150 dipendenti, attiva in Italia, Australia, Spagna, Stati Uniti e Argentina.

Oltre all’acido tartarico naturale, il Gruppo produce alcool etilico e altri derivati, sempre ottenuti dalla valorizzazione dei sottoprodotti della vinificazione. I processi impiegati sono interamente naturali e si inseriscono in una logica di economia circolare, con applicazioni nei settori alimentare, farmaceutico, cosmetico e tecnico-industriale.

Dai sotto-prodotti della vinificazione, nuovi prodotti ed energia. La ricetta circolare di Randi Group

L’acido tartarico è un composto organico ampiamente utilizzato in vari settori, alimentare, farmaceutico, tecnico. Esistono due diversi processi di produzione per l’acido tartarico: l’estrazione da sottoprodotti dell’industria vitivinicola e la sintesi da un sottoprodotto del cracking petrolifero, l’anidride maleica. 

Randi Group ha scelto la via naturale, valorizzando vinacce e fecce:

  • Vinacce: residui solidi dell’uva (bucce, semi, raspi) dopo la spremitura.
  • Fecce: depositi formati durante la fermentazione del vino, composti da lieviti, sali e altre particelle.

Da questi materiali, attraverso processi naturali, si ottengono acido tartarico e alcool etilico, contribuendo alla riduzione degli sprechi nella filiera agroindustriale. Inoltre, gli scarti residui vengono trasformati in energia tramite impianti di biodigestione e cogenerazione a biomassa. Il materiale digerito finale viene riutilizzato come fertilizzante in agricoltura.

Un approccio closed loop che massimizza la valorizzazione degli scarti e riduce l’impatto ambientale rispetto alla sintesi chimica.

Schema del ciclo di vita dei sottoprodotti dell’uva in ottica di economia circolare (concept Punto 3 Srl SB) 

Il percorso di certificazione della carbon footprint

La scelta di avviare uno studio di Carbon Footprint nasce dalla volontà del Gruppo Randi di:

  • rispondere all’evoluzione normativa del settore, che premia chi dimostra un impatto ambientale ridotto con criteri oggettivi e misurabili;
  • intraprendere un percorso di miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali.

I prodotti certificati con CFP sono:

  1. Acido tartarico naturale (Giovanni Randi Spa)
  2. Acido tartarico naturale con anti-impaccante (Giovanni Randi Spa)
  3. Cremore di tartaro naturale (Giovanni Randi Spa)
  4. Acido tartarico grezzo (Villapana SpA)

La quantificazione è effettuata utilizzando l’indicatore Global Warming Potential (GWP), il cui valore è espresso in kg di CO2 equivalente per unità funzionale, ovvero 1 kg di prodotto chimico confezionato e pronto per la spedizione.

Il supporto di Punto 3

Punto 3 ha affiancato il Gruppo Randi nella realizzazione dell’analisi LCA (Life Cycle Assessment) per un prodotto pilota, guidando il percorso di Carbon Footprint di Prodotto (CFP) secondo la norma ISO 14067:2018 e le PCR 2021:03 v.1.1.4 “Basic Chemicals” (UN CPC 341, 342, 343, 345, esclusa la sottoclasse 3451).

Le fasi del supporto:

  1. Definizione dell’approccio metodologico, adattato al contesto e al caso d’uso
  2. Raccolta dei dati per la caratterizzazione dei processi lungo il ciclo di vita
  3. Quantificazione delle emissioni di CO₂e tramite software LCA
  4. Valutazione e interpretazione dei risultati

Punto 3 ha inoltre accompagnato il Gruppo Randi durante tutte le visite di verifica per il rilascio della certificazione.

Certificazione rilasciata dall’ente di verifica internazionale Bureau Veritas, accreditato in Italia da Accredia per lo schema ISO 14067.

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