Reporting di Sostenibilità: due nuovi standard in fase di elaborazione

Reporting di Sostenibilità: due nuovi standard in fase di elaborazione
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Il Reporting di Sostenibilità sta vedendo una straordinaria accelerazione a livello internazionale, tanto che in questo periodo sono in corso due processi di consultazione pubblica relativi agli standard europei presentati da EFRAG e a IFRS elaborati da ISSB.

In Europa: European Sustainability Reporting Standards

A livello europeo, l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha recentemente presentato le prime bozze per gli European Sustainability Reporting Standards, in consultazione pubblica fino all’8 agosto 2022. L’adozione di questi nuovi standard risponde alla volontà di implementare un sistema di reportistica a livello europeo, come previsto dalla Direttiva sulla Rendicontazione della Sostenibilità Aziendale (CSRD). La Direttiva propone di estendere la platea di soggetti su cui ricade l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità, includendo le PMI.
Si tratta di 13 standard:

  • 2 di carattere generale
  • 5 relativi a clima e ambiente
  • 4 sugli aspetti sociali
  • 2 riguardanti la governance

Nel mondo: Sustainability Disclosure Standards

A livello internazionale, durante la COP26 dello scorso novembre, è stato creato l’International Sustainability Standards Board (ISSB) a cui è stato affidato il compito di emanare nuovi standard di reporting, con l’obiettivo di creare un riferimento globale completo di informazioni sulla sostenibilità per i mercati dei capitali.
L’ISSB ha pubblicato le sue due prime proposte (Exposure Draft) di IFRS Sustainability Disclosure Standards, per cui è possibile inviare commenti entro il 29 luglio 2022:
1. Requisiti generali per la divulgazione di informazioni finanziarie relative alla sostenibilità
2. Informazioni relative al clima

I due documenti sono stati tradotti in italiano dall’Organismo Italiano Business Reporting (OIBR) e sono disponibili online per il download.
Ad aprile 2022 l’ISSB ha annunciato la formazione di un gruppo di lavoro internazionale che include regolatori ed esperti di reportistica con un elevato grado di rappresentanza di molti Paesi. L’obiettivo è definire delle linee guida globali sulla disclosure di sostenibilità e aumentare la comparabilità tra i riferimenti globali e le giurisdizioni nazionali.

Questa proliferazione di standard di rendicontazione ha fatto emergere la necessità di ridurre il rischio di frammentazione di riferimenti a livello internazionale, mettendosi dalla parte sia dell’azienda che redige l’informativa sia dalla parte degli stakeholder e degli investitori che hanno la necessità di comprendere le strategie aziendali.

In questo scenario non si può fare a meno di interrogarsi anche sul ruolo che il GRI (Global Reporting Standard) continuerà a ricoprire una volta che gli standard europei diventeranno obbligatori e sempre più aziende avranno l’obbligo di conformarsi alla direttiva. Con alta probabilità continuerà a essere un punto di riferimento per tutte le realtà che rendiconteranno i propri impatti, riuscendo ad evolversi inserendosi nel nuovo contesto. Inoltre, al GRI va l’importante merito di aver diffuso una cultura di rendicontazione di sostenibilità a livello internazionale.

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