Reporting di Sostenibilità: ottime notizie per chi si avvale dello standard GRI

Reporting di Sostenibilità: ottime notizie per chi si avvale dello standard GRI
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Ottime notizie per le aziende che si avvalgono degli standard GRI per il Reporting di Sostenibilità e che saranno obbligate ad utilizzare i nuovi standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) a seguito della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). Perchè l’uso della metodologia GRI è fortemente allineato con i nuovi standard europei ESRS elaborati dall’EFRAG! Lo ribadisce un Memorandum of Understanding siglato in questi giorni per sancire la stretta collaborazione tra le due organizzazioni GRI ed EFRAG.

GRI (Global Reporting Initiative) ed EFRAG hanno rafforzato la loro collaborazione siglando un nuovo Memorandum di intenti nel quale si impegnano a proseguire la collaborazione per massimizzare i benefici dell’allineamento tra i GRI Standards e gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Con l’occasione della firma del Memorandum è stato pubblicato un indice di interoperabilità GRI-ESRS, che illustra il modo in cui i requisiti di informativa e le richieste di dati di ciascun indicatore si relazionano tra loro, sottolineando l’elevato grado di comunanza già raggiunto e gettando solide basi per la costruzione di una tassonomia digitale reciproca.

Interoperabilità ESRS e GRI: l’Interoperability Index

I Bilanci di Sostenibilità realizzati con gli standard europei ESRS saranno considerati “referenced” rispetto allo standard GRI. I Bilanci già realizzati con lo standard GRI potrebbero richiedere alcune integrazioni in ottemperanza alla Direttiva CSRD entrata in vigore a gennaio 2023 (che sostituisce la precedente Direttiva sulle Dichiarazioni Non Finanziarie).

Nello specifico l’Indice di Interoperabilità GRI-ESRS, riporta in forma tabellare gli indicatori GRI e il loro parallelismo con gli indicatori ESRS, evidenziando in una apposita colonna le principali differenze:

(1a) Differenze di granularità: Il GRI richiede ulteriori disaggregazioni o maggiore livello di dettaglio.
(1b) Differenze nel tipo di dati: Il GRI richiede un’informativa quantitativa, mentre l’ESRS richiede un’informativa qualitativa.
(2a) Differenze nella portata: L’informativa GRI è più ampia e/o più specifica di quella ESRS.
(2b) Differenze nell’ambito di applicazione: L’informativa GRI e quella ESRS hanno lo stesso obiettivo di divulgazione, ma differiscono nel modo in cui vengono formulati i dati.
(2c) Differenze nell’ambito di applicazione: Ad esempio il GRI 403 copre i dipendenti e i lavoratori che non sono dipendenti ma il cui lavoro e/o luogo di lavoro è controllato dall’organizzazione.
L’ESRS S1-14 copre i dipendenti e i lavoratori non dipendenti: persone con contratti di fornitura di lavoro con l’impresa (“lavoratori autonomi”) o persone fornite da imprese che svolgono principalmente “attività di lavoro subordinato” (codice NACE N78). Per infortuni mortali, l’ESRS S1-14 riguarda i lavoratori che operano nei siti dell’impresa.
(3) Differenza nella definizione di non dipendenti: GRI 2-8 copre i lavoratori che non sono dipendenti e il cui lavoro è controllato dall’organizzazione. L’ESRS S1-7 copre i lavoratori non dipendenti: persone con contratti di fornitura di manodopera con l’impresa – “lavoratori autonomi”- o persone fornite dalle imprese che svolgono principalmente “attività di lavoro dipendente” (codice NACE N78).

Standard GRI o ESRS: l’importante è rendicontare con metodo

Ponendo le basi per una tassonomia digitale reciproca, l’indice di interoperabilità consentirà di snellire i processi ed eviterà una doppia rendicontazione, con l’effetto positivo di dare continuità al lavoro svolto dalle organizzazioni che hanno già intrapreso, spesso su base volontaria, il percorso di Reporting.

Si conferma quindi l’uso dello standard GRI come un’ottima “palestra” per tutte le aziende che saranno soggette all’obbligo di rendicontazione con la nuova CSRD.

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