Bilancio di Sostenibilità per 49 mila aziende in Europa: aspettando gli standard EFRAG

Bilancio di Sostenibilità per 49 mila aziende in Europa: aspettando gli standard EFRAG
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Sono in dirittura di arrivo per il Bilancio di Sostenibilità gli European Sustainability Reporting Standards elaborati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) che estenderà l’obbligo del Reporting non finanziario a 49 mila aziende in Europa, contro le 11 mila 600 attuali. A che punto siamo?

Come anticipato da Punto 3 in un articolo di maggio, a livello europeo, l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha elaborato le bozze per gli European Sustainability Reporting Standards che sono state in consultazione pubblica fino all’8 di agosto e attualmente tutti i commenti pervenuti sono ora presi in esame, per arrivare alle bozze finali da proporre alla Commissione Europea a ottobre 2022.

Perchè gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)?

La nuova Direttiva UE Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) aggiornerà l’attuale Direttiva Non-Financial Reporting Directive (NFRD).

L’adozione degli European Sustainability Reporting Standards risponde alla volontà di implementare un sistema di reportistica a livello europeo, come previsto dalla Direttiva sulla Rendicontazione della Sostenibilità Aziendale (CSRD). La Direttiva propone di estendere la platea di soggetti su cui ricade l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità, includendo le PMI.
Si tratta di 13 standard:

  • 2 di carattere generale
  • 5 relativi a clima e ambiente
  • 4 sugli aspetti sociali
  • 2 riguardanti la governance

La nuova Direttiva in arrivo a ottobre 2022 (CSRD) supporta il Green Deal Europeo, un insieme di misure che intendono fronteggiare la crisi climatica trasformando l’Europa in un moderno, efficiente e competitivo sistema economico ad emissioni zero entro il 2050.

Quando si dovranno adottare gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)?

  • Si prevede che i 27 Stati membri dell’UE recepiranno la nuova direttiva nel diritto nazionale entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore. Le società già soggette alla Non-Financial Reporting Directive (NFRD) dovranno conformarsi alle norme modificate per gli esercizi fiscali che iniziano il 1° gennaio 2024 o successivamente (rendicontazione nel 2025 sui dati del 2024).
  • Le altre grandi imprese non soggette alla Non-Financial Reporting Directive (NFRD) dovranno iniziare a presentare le proprie dichiarazioni a partire dal 1° gennaio 2025 (dichiarazione nel 2026 sui dati del 2025).
  • Per ridurre al minimo l’onere di rendicontazione per le PMI interessate, queste non saranno obbligate a rendicontare fino al 1° gennaio 2026 (rendicontazione nel 2027 su dati del 2026).

Il parere tecnico del GRI sulle bozze degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)

Il GRI (Global Reporting Initiative), principale ente a cui fanno riferimento aziende e organizzazioni per la rendicontazone della performance ESG e che sta ora collaborando con l’ISSB (International Sustainability Standards Board) per l’armonizzazione degli standard del reporting di sostenibilità a livello globale, ha espresso un parere tecnico sulla bozza sottoposta dall’EFRAG a consultazione pubblica in primavera.

In sintesi, il GRI ritiene che gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) siano molto allineati con la struttura dei GRI Standards, riconosciuti a livello internazionale, il che semplificherà il lavoro delle aziende che in larga maggioranza attualmente lo utilizzano per i propri Bilanci di Sostenibilità. Tuttavia c’è ancora spazio per una maggiore convergenza nell’ottica di ridurre l’onere di rendicontazione in questo momento di armonizzazione e facilitare l’implementazione dei requisiti ESRS. In particolare il GRI suggerisce a EFRAG di:

  • rendere espliciti i riferimenti agli standard GRI soprattutto nel caso di concetti, informazioni e linee guida da essi mutuati;
  • ampliare il concetto di “due diligence” (il controllo e la verifica da parte delle imprese dei rischi sociali e ambientali potenziali e attuali nella propria catena del valore) per facilitare la loro applicazione a livello globale;
  • ridurre l’ambito di applicazione di alcuni requisiti raccomandati o facoltativi mutuati dal GRI, che gli ESRS richiedono come obbligatori, rendendo alto l’onere di rendicontazione delle imprese che non riusciranno facilmente a rispettarli;
  • ridefinire gli standard di governance e sociali, che attualmente includono un gran numero di indicatori, a volte duplicandoli, in modo più coerente sia con la prassi esistente che con gli standard ambientali molto più snelli.

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