Mobilità sostenibile = massima mobilità, minor traffico: il metodo delle 3 V

Mobilità sostenibile = massima mobilità, minor traffico: il metodo delle 3 V
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Con la mobilità sostenibile si vuole raggiungere la massima mobilità possibile attraverso il minor traffico possibile. Scopri il metodo delle 3 V per attuare e realizzare la SVOLTA nella mobilità urbana: VermeidenVerlagernVerbessern.

Il metodo delle 3 V per attuare la SVOLTA nella mobilità sostenibile

Le 3 V sono tre verbi dinamici in tedesco tra loro interconnessi che riassumono l’obiettivo di: evitare la creazione di traffico, spostare il traffico inevitabile verso modi di trasporto più rispettosi del clima e migliorare il restante traffico in modo tale da ridurne le emissioni.

Le V per attuare la Svolta nella mobilità urbana: Evitare il traffico, Spostare il traffico, Migliorare il traffico

1. VERMEIDEN – Evitare il traffico

Evitare il traffico è il primo e più importante obiettivo per raggiungere la SVOLTA. 

Per non generare traffico la prima cosa da fare è creare le condizioni necessarie, per cui all’interno di un contesto urbano le destinazioni quotidiane siano raggiungibili e accessibili a tutti anche senza l’automobile. Il concetto di CITTA’ COMPATTA trova le sue fondamenta proprio nel tentativo di contenere gli spostamenti abituali di una persona in un raggio ridotto (i “famosi” 15 minuti che a Parigi hanno avuto tanto successo), rendendoli possibili anche con mezzi leggeri. A monte di tutto ciò vi è la progettazione di quartieri multifunzionali, in cui gli insediamenti abitativi si alternano a uffici e servizi. 

Parigi Città dei 15 minuti: il tessuto urbano è rimasto compatto

A Friburgo per esempio è stata vietata la costruzione di supermercati e centri commerciali fuori dalla città, proprio per questo motivo: far rimanere compatto il tessuto urbano evitando la comparsa di poli d’attrazione disgregati, raggiungibili solo con l’auto privata.  

2. VERLAGERN – Spostare il traffico 

Il traffico che non può essere evitato andrebbe, se possibile, trasferito su mezzi di trasporto ecologici, quali gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con il trasporto pubblico. 

Proprio i mezzi di trasporto pubblici dovrebbero essere l’ossatura su cui si sostiene la struttura urbana: un’integrazione tra piano urbanistico e piano dei trasporti pubblici è necessario per garantirne l’accessibilità. 

Fondamentale in questo caso è anche il concetto di intermodalità: creare una rete di autobus, tram, metro, treni interconnessi tra loro e che permetta di spostarsi potendo passare in maniera facile e veloce da un mezzo all’altro.

Spostare il traffico significa inoltre garantire infrastrutture che incentivino l’uso della bicicletta. Corsie ciclabili, superstrade ciclabili, piste ciclabili, case avanzate, riduzione dei limiti di velocità, ridanno alle due ruote l’importanza e lo spazio che negli ultimi settant’anni è stato concesso solo ai mezzi motorizzati privati. Infine è necessario creare il giusto spazio anche per i pedoni (attraverso la transizione dei centri storici in aree pedonali, per esempio), permettendo loro spostamenti sicuri. 

3. VERBESSERN – Migliorare il traffico

Il traffico rimanente, quello che non si può né evitare né trasferire, deve essere migliorato. I servizi di sharing sono, da questo punto di vista, un grandissimo alleato per strutturare spostamenti più efficienti. 

Infine, in questo contesto, la mobilità elettrica e tutte quelle forme di combustibili alimentati da fonti di energia rinnovabile occupano sicuramente un ruolo decisivo in quella che auspicabilmente sarà la nuova direzione del mercato automobilistico. 

Queste e altre riflessioni sono oggetto dell’iniziativa Obiettivo 2/3 – Strategie per una svolta nella mobilità urbana. Scopri di più e rimani aggiornato sul tema della mobilità sostenibile

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