Reporting di Sostenibilità, pubblicata la proposta di Direttiva europea

Reporting di Sostenibilità, pubblicata la proposta di Direttiva europea
Tu sei qui:

Si chiamerà Reporting di Sostenibilità e non più Reporting non-finanziario, l’attività di rendicontazione e comunicazione che le organizzazioni realizzano per dare evidenza alle loro azioni di Responsabilità Sociale d’Impresa. Ecco in sintesi cosa prevede la nuova proposta di Direttiva Europea.

La proposta di Direttiva sul Reporting di Sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) intende modificare gli attuali requisiti di reporting non finanziario (Non-Financial Reporting Directive – NFRD) stabiliti attraverso la Direttiva 2013/34/UE, successivamente modificata dalla Direttiva 2014/95/UE. Il recepimento di quest’ultima Direttiva, avvenuto attraverso il Decreto Legislativo n. 254 del 30 dicembre 2016 ha reso obbligatoria anche in Italia la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario (relative agli aspetti ambientali, sociali e di governance) a partire dal 2018 e con riferimento all’esercizio finanziario 2017.

La nuova proposta di Direttiva fa seguito all’impegno preso dalla Commissione di rafforzare il Reporting di Sostenibilità nell’ambito del Green Deal europeo, che mira a trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente in termini di risorse e con un’economia competitiva senza emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050.

Rafforzato il Reporting di Sostenibilità

In linea con gli obiettivi del Green Deal, il rafforzamento del reporting di sostenibilità prevede la predisposizione di uno standard europeo di reporting e va nella direzione di ottenere migliori dati da parte delle imprese sui rischi di sostenibilità a cui sono esposte e sul loro impatto sulle persone e sull’ambiente; queste informazioni sono essenziali per il successo dell’attuazione dell’European Green Deal e del Piano d’azione per la finanza sostenibile. Rendendo le aziende più responsabili e trasparenti sul loro impatto sulle persone e sull’ambiente, questa proposta mira anche contribuire a rafforzare le relazioni tra le imprese e la società. In questo modo è rafforzato il concetto di doppia materialità, secondo il quale un’informazione, per essere materiale e dunque essere inserita nel Report di Sostenibilità, deve essere rilevante per l’impresa o per i propri stakeholder di riferimento.

La proposta garantisce inoltre che i requisiti di Reporting per le aziende siano coerenti con il Regolamento sulla tassonomia, il quale stabilisce un sistema di classificazione per le attività economiche ambientalmente sostenibili, con l’obiettivo di aumentare gli investimenti sostenibili e combattere il greenwashing.

Pubblicata a seguito di un processo di consultazione degli stakeholder, composto anche da un’indagine online dedicata alle PMI, la nuova proposta, in relazione ai requisiti già stabiliti dalla Direttiva sul reporting non finanziario, intende:

  • estendere l’obbligo di rendicontazione, includendo – a partire dall’esercizio 2023 – tutte le grandi imprese, tutte le banche e le assicurazioni quotate o non quotate, nonché – a partire dall’esercizio 2026 – tutte le società quotate anche di medie e piccole dimensioni, con la sola eccezione delle micro-imprese quotate;
  • richiedere l’asseverazione delle informazioni riportate nel reporting di sostenibilità;
  • specificare in modo più dettagliato le informazioni che le imprese devono rendicontare e chiedere loro di farlo in linea con gli standard europei obbligatori di rendicontazione di sostenibilità;
  • assicurare che tutte le informazioni di sostenibilità siano pubblicate all’interno della Relazione sulla gestione, e siano disponibili in formato digitale.

La proposta di Direttiva sul Reporting di Sostenibilità in sintesi

  • Tutte le imprese che rientrano tra quelle con l’obbligo di rendicontazione dovranno seguire gli standard europei di rendicontazione di sostenibilità;
  • E’ previsto che la Commissione europea pubblichi un primo set di standard entro il 31 Ottobre 2022. Questo set dovrebbe specificare le informazioni che le imprese devono rendicontare in merito alla sostenibilità, per soddisfare almeno le richieste del mercato finanziario;
  • Un secondo set di standard deve essere adottato entro il 31 Ottobre 2023. Questo set deve specificare informazioni complementari, nonché informazioni specifiche in base al settore in cui l’impresa opera.
  • Gli standard saranno rivisti almeno ogni 3 anni per prendere in considerazione gli sviluppi rilevanti che intercorreranno, inclusi gli aggiornamenti degli standard internazionali;
  • sempre entro il 31 Ottobre 2023 la Commissione deve adottare degli standard ad hoc per le piccole e medie imprese quotate, i cui contenuti saranno proporzionati alla capacità e alle risorse delle stesse.
  • Per le PMI non quotate le nuove regole sul reporting di sostenibilità si applicheranno in modo volontario. Se vorranno potranno seguirle, sia per attrarre più investitori sia per poter dare risposta alle numerose richieste di informazioni che ricevono o potrebbero ricevere sempre più dalle altre aziende con cui fanno attività d’impresa;
  • Il reporting di sostenibilità deve prevedere informazioni sia quantitative che qualitative (narrative), sia di carattere retrospettivo (guardando al passato) sia con una prospettiva futura (forward-looking), e informazioni che coprano il breve, medio e lungo periodo in modo appropriato;
  • Le imprese che rientrano nell’obbligo di rendicontazione devono preparare il proprio rendiconto finanziario e la propria relazione sulla gestione – contenente le informazioni di sostenibilità – in un singolo format elettronico di rendicontazione.

Sei interessato a redigere il Bilancio di sostenibilità per la tua impresa?

Punto 3 mette a disposizione la sua esperienza nel processo di analisi, reporting, redazione e comunicazione del Bilancio di sostenibilità. Scopri di più!

Potrebbe interessarti anche...