Oggi, 3 novembre, è la “Giornata Internazionale delle Riserve della Biosfera”, ricorrenza che celebra il ruolo dei territori parte della rete MAB (Man And Biosphere) dell’UNESCO, come motore verso lo sviluppo sostenibile, così come è stato proclamato nella 41° Conferenza Generale dell’UNESCO.
Le attività in questo settore sono state avviate all’interno di Punto 3 ormai più di dieci anni fa. Oggi, rispetto ad allora, c’è molta più attenzione a questo strumento. È però importante interrogarsi su una questione fondamentale: è sempre lo strumento giusto? Realizzare uno studio di fattibilità può approfondire l’opportunità di avviare un percorso di questo tipo e le modalità più adeguate per ciascun territorio.
Riserve della Biosfera: laboratori per sperimentare lo sviluppo sostenibile
Le Riserve della Biosfera sono ecosistemi rappresentativi di una regione biogeografica, con importanti connotazioni in termini di biodiversità e cultura, ma anche significativi perché le comunità abitanti hanno colto l’impegno nell’attivarsi per la conservazione degli ecosistemi, della diversità biologica e delle tradizioni locali, promuovendo al contempo lo sviluppo sostenibile anche attraverso iniziative di educazione, formazione e ricerca.
La rete delle Riserve della Biosfera è un movimento in crescita; attualmente comprende 759 siti in 136 paesi, su una superficie di oltre 7 milioni di chilometri quadrati, che ospita quasi 300 milioni di persone.
Sono luoghi in cui si sperimentano ed applicano approcci interdisciplinari per comprendere e gestire i cambiamenti nei sistemi sociali, ecologici ed economici e la loro interazione, attivando reali laboratori per lo sviluppo sostenibile e fornendo soluzioni locali alle sfide globali dei nostri tempi.
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Il Programma MAB UNESCO
Il Programma “L’uomo e la biosfera“, Man and the Biosphere (MAB) è un programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.
Il modello della Riserva della Biosfera, promosso dal Programma MAB sono diventati, negli ultimi 50 anni, un esempio internazionale che evidenzia l’impegno di UNESCO relativamente all’Agenda 2030 e agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs). Il Programma MaB ed il riconoscimento di Riserva della Biosfera sono elementi in cui Punto 3 crede particolarmente, quali strumenti fondamentali rivolti ai territori che intendano valorizzare ed implementare le proprie risorse e le vision sostenibili attraverso azioni concrete e virtuose.
Quali opportunità?
Diventare parte della rete dei territori riconosciuti secondo il programma MAB UNESCO può offrire importanti opportunità, come per esempio:
- il veder aumentare la capacità di attrarre finanziamenti pubblici e privati.
- l’apertura verso nuove relazioni culturali, sociali ed economiche con altri territori afferenti alla rete internazionale MAB, che stanno affrontando le stesse sfide della sostenibilità;
- la partecipazione a reti tematiche, che sviluppano partnership, progettualità, collaborazioni attive, supporto all’azione e alla ricerca sulla tutela degli ecosistemi, sui modelli di sviluppo sostenibile e sulle possibilità di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico;
- impulsi e stimoli per progetti concreti e sostenibili grazie allo scambio di buone pratiche e alle partnership della rete MAB;
- maggiore visibilità in ambito europeo e mondiale
più efficace comunicazione, anche in termini di marketing territoriale, potendo contare su stimoli, strumenti ed esperienze maturate in ambito MAB UNESCO;
L’impegno di Punto 3 per la valorizzazione delle Riserve della Biosfera
Il riconoscimento di Riserva della Biosfera valorizza quindi non solo le peculiarità di un territorio, ma anche l’impegno delle comunità abitanti nella ricerca dell’equilibrio dinamico tra persone e ambiente, dotandole di importanti strumenti, che sostengono e concretizzano questo interesse con responsabilità e visione.
Per questo motivo Punto 3 è da tempo impegnata nel contribuire a potenziare la portata di questo importante strumento di promozione della sostenibilità nello sviluppo dei territori.
Negli ultimi anni, infatti sono state direttamente curate da Punto 3, cinque candidature -tutte con esito positivo alla prima presentazione- e si sono poi sviluppate numerose progettualità, realizzate al fine di concretizzare obbiettivi prioritari su importanti tematiche, come: la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, la diffusione dello sviluppo sostenibile, l’educazione, la formazione e la ricerca.
Al fianco di diverse Riserve della Biosfera localizzate in tutto il Paese per la concretizzazione degli obiettivi proposti in fase di candidatura e nella gestione del riconoscimento ottenuto, Punto 3 supporta le Riserve della Biosfera dell’Appennino Tosco Emiliano, di Miramare, del Cilento e Vallo di Diano, delle Isole di Toscana, della Sila, delle Alpi Ledrensi e Judicaria, del Delta del Po, di Tepilora, Rio Posada e Montalbo, Po Grande, Alpi Giulie, Monte Grappa e la neoriconosciuta Colli Euganei.
Il riconoscimento UNESCO è sempre la scelta giusta?
Se è vero che sono molte le opportunità che si aprono per un territorio che voglia entrare a far parte della rete dei territori riconosciuti dal Programma MAB UNESCO, è vero anche che il percorso di candidatura e la gestione del riconoscimento che il territorio si può vedere attribuito, implicano anche alcuni fondamentali impegni, che devono essere affrontati in maniera coordinata, partecipata, proattiva in un’azione integrata e responsabile, sviluppata dalla molteplicità di attori pubblici e privati che animano il territorio.
E’ fondamentale quindi valutare approfonditamente la fattibilità e l’opportunità di avviare questo tipo di percorso, contestualizzandolo nelle peculiarità dei diversi contesti e definendone per ognuno le specifiche e le più tempistiche più consone. Per questo motivo può essere importante avviare, preliminarmente alla candidatura, uno specifico studio di fattibilità
Lo studio di fattibilità
Lo studio di fattibilità è infatti uno strumento innovativo per valutare i migliori possibili strumenti da concretizzare per la valorizzazione di un territorio. Attraverso uno studio di fattibilità, dunque, si valuta l’opportunità di candidarlo ad un riconoscimento UNESCO, approfondendone la sussistenza delle condizioni necessarie per avanzare la candidatura e sviscerandone l’opportunità in relazione non solo alle sue caratteristiche ecologiche, economiche, sociali e bio-fisiche, ma anche alla portata dell’impalcato valoriale presente e alla coerenza con le strategie di sviluppo in atto ed in programma nell’ambito territoriale oggetto di valutazione.
Proprio vista l’importanza di sviluppare questo tipo di percorsi, Punto 3 ha seguito diversi di questi approfondimenti, guidando il processo di fattibilità per la candidatura dei territori del Monte Grappa, dell’Altopiano dei Sette Comuni, dei Colli Berici, dei Colli Euganei, dei Comuni del Garda e per l’allargamento della Riserva della Biosfera del Po Grande.
In questi progetti spesso si sono messi a confronto i percorsi per la possibile candidatura a diversi riconoscimenti UNESCO (come World Heritage, Riserva della Biosfera, Geoparco globale, Patrimonio culturale immateriale), valutandone in ottica comparativa i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce oltre ad approfondire le possibili fonti di sostegno economico attivabili durante il percorso di candidatura e durante la successiva eventuale gestione del riconoscimento.
Intraprendere questo tipo di percorsi, infatti, può contribuire non solo ad affrontare questi processi con maggiore consapevolezza e focalizzazione, ma anche ad evitare che in corso d’opera il processo subisca delle gravose e controproducenti interruzioni.
Inoltre, evidenziare opportunità e fattibilità della candidatura preliminarmente al suo avvio, può significare definirne più precisamente le tempistiche, individuando le modalità più consone alla sua realizzazione nei diversi territori, orientandone l’avvio e la prosecuzione; può inoltre portare ad indicare le più adeguate modalità di attivazione dei portatori di interesse territoriali, che potranno dimostrarsi soggetti chiave nel progetto ed affiancare il soggetto coordinatore, implementando l’efficacia delle azioni, la significatività del processo e contribuendo così al suo successo.
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