“Città dalle brevi distanze” o “Città dei 15 minuti” sono il modello di una pianificazione urbana mirata alla riduzione degli spostamenti in auto che faciliti le scelte di mobilità sostenibile. Le città tedesche Tübingen e Friburgo ci offrono due casi-studio ai quali ispirarci in Italia per una svolta nella mobilità urbana.
Cosa sono le “città dalle brevi distanze” o “città dei 15 minuti”?
Quando si parla di città dalle brevi distanze si fa riferimento ad un modello di pianificazione urbana, che mira alla riduzione degli spostamenti in auto (e quindi all’eliminazione del traffico veicolare) creando condizioni in cui le distanze spaziali tra la vita, il lavoro, i servizi, le strutture per il tempo libero e l’istruzione siano estremamente brevi. Proprio perché il tempo richiesto per compiere gli spostamenti quotidiani viene ridotto, si parla anche di città dei 15 minuti, in cui tutti i servizi si trovano a disposizione dei cittadini ad una distanza massima di 15 minuti in bicicletta o a piedi.
La città dalle brevi distanze è realizzabile sono quando si riesce ad eliminare l’urban sprawl, quando il centro urbano è compatto e predilige uno sviluppo interno, prima di uno sviluppo esterno (che solitamente porta ad un’espansione disordinata e disgregata); uno sviluppo quindi che supera la distinzione tra centro e periferia.
Elemento chiave delle “città delle brevi distanze” sono i quartieri multifunzionali, in cui spazi abitativi, attività commerciali e servizi coesistono. Tuttavia, una struttura insediativa densa e mista da sola non è sufficiente, per raggiungere il modello di “città dalle brevi distanze” sono infatti necessarie anche misure nel settore dei trasporti.
Per prima cosa bisogna creare un piano che faciliti gli spostamenti a piedi, in bici e con il mezzo pubblico, incentivando un modello per cui non sia indispensabile dover sempre far affidamento sull’automobile privata, il cui obiettivo è quello di decongestionare le strade dal traffico automobilistico. In tal senso lo spazio dedicato alle auto viene ridotto, mentre le aree restanti vengono riassegnate a pedoni, ciclisti ed esercizi commerciali.
Il piano deve inoltre tener conto dei diversi utenti della strada (anche quelli più deboli), per garantire una maggiore autonomia e indipendenza negli spostamenti.
Le azioni messe in campo da Tübingen e Friburgo
A Tübingen e a Friburgo sono stati creati dei quartieri che già da anni rispondono alle caratteristiche di una “città dei 15 minuti”. Questi quartieri sono dei veri e propri modelli paradigmatici da cui, sia gli altri quartieri delle due centri urbani, sia altri comuni, hanno preso esempio per migliorare la propria struttura e aumentare la qualità della vita.
Nel quartiere francese a Tübingen, così come a Vauban e Rieselfeld a Friburgo, le strade adibite alle auto sono limitate e strette, mentre i marciapiedi per pedoni e corsie per biciclette sono ampi, il limite di velocità è di 30 Km/h o addirittura a passo d’uomo nelle cosiddette Spielstraßen (strade gioco in cui lo spazio è per le persone e non per i mezzi a motore), le linee di trasporto pubblico servono il quartiere con un orario frequente e le fermate sono a 5 minuti a piedi da ogni casa, i parcheggi sono pochi e a pagamento per chi viene da fuori e ci sono dei parcheggi comuni ai margini del quartiere per gli abitanti, vengono creati spazi pubblici per garantire punti di ritrovo per i cittadini e viene imposta un’altezza massima per la costruzione degli edifici, assicurando “occhi sulla strada”.
L’alta densità residenziale, le strade tranquille, sicure e sorvegliabili, gli edifici resi “vivi” da attività commerciali, il traffico fortemente ridotto, le aree verdi e gli spazi pubblici ricreativi, fanno sí che questo ambiente possa anche garantire l’autonomia dei più piccoli, liberi di potersi muovere in maniera indipendente e di recarsi a scuola da soli.
Vivere in una città dalle brevi distanze
Vivere in una “città dalle brevi distanze” significa usufruire di strutture che facilitino la mobilità quotidiana, ottenendo più tempo per attività che non siano lo “spostarsi da un luogo all’altro” e quindi una maggiore libertà data dall’aumento dell’autonomia temporale.
È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali – vicinanza, diversità, densità e ubiquità – per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere.
Carlos Moreno, scienziato specializzato nello studio dei sistemi complessi e nello sviluppo di processi di innovazione e teorico della “Cittá dei 15 minuti”.
Queste e altre riflessioni sono oggetto dell’iniziativa Obiettivo 2/3 – Strategie per una svolta nella mobilità urbana. Scopri di più e rimani aggiornato sul tema della mobilità sostenibile