Fare marketing territoriale deve andare di pari passo con una caratterizzazione del territorio dal punto di vista della sostenibilità, soprattutto nelle aree interne ad alto valore naturalistico e culturale. Ecco quindi che il miglior influencer potrebbe essere proprio una cipolla come quella del Treschietto, Presidio Slow Food nella Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano o o una patata, come quella IGP della Sila.
In un territorio anche la promozione del turismo sostenibile deve scegliere attentamente i valori da veicolare, determinando conseguentemente una selezione del profilo di visitatore a cui rivolgere la propria proposta. A poco infatti servirebbe strutturarsi per essere una destinazione sostenibile (investendo in infrastrutture green, stimolando gli operatori turistici ad avere performance ambientali o a ottenere certificazioni di sostenibilità), se poi i turisti che invitiamo sul territorio non vengono selezionati per essere altrettanto sostenibili in termini numerici e soprattutto di gusti, abitudini, comportamenti.
Il marketing territoriale deve essere anch’esso sostenibile e pertanto usare strumenti e contenuti adeguati alle fragilità dei territori, più che alle loro potenzialità. È un dato infatti ormai consolidato che gli impatti negativi dell’overtourism sono nel medio-lungo periodo (in termini sociali, ambientali, ma anche economici), altrettanto gravosi per un territorio quanto quelli determinati dalla scarsità di presenze; salvo che per incrementare le presenze si possono mettere in campo strategie, mentre per arginare l’overtourism non è facile trovare una soluzione.
Il Marketing territoriale deve quindi essere “garbato”, misurare attentamente cosa dice e come lo dice, non inseguendo le facili chimere del “tutto e subito” che propongono i social media, i blogger e gli influencer all’ultimo grido.
Per i territori rurali italiani, dove storia e cultura si fondono nella tradizione enogastronomica, dove le produzioni agricole hanno plasmato i paesaggi e sono oggi spesso scrigno di biodiversità coltivata e allevata, i prodotti agroalimentari a filiera corta, specialmente se definiti da un disciplinare di produzione possono diventare i migliori testimonial di un territorio.
Marketing territoriale e Sostenibilità
Il miglior influencer per il territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano potrebbe essere proprio la cipolla di Treschietto, presidio Slow Food (Filippo Lenzerini, fondatore e amministratore Punto 3 Srl)
Un ottimo esempio in tal senso sono le iniziative che le Riserva della Biosfera MAB UNESCO, con cui Punto 3 collabora attivamente, dedicano al tema della connessione tra produzioni agroalimentari, tutela del paesaggio, conservazione della biodiversità coltivata/allevata e turismo sostenibile. Per le Riserve della Biosfera MAB UNESCO, in particolare per quelle italiane, la cultura del cibo è strettamente connessa a quella della sostenibilità, per questo è importante che se ne occupino, non solo in relazione alla gestione e riduzione dell’impatto ambientale delle filiere agroalimentari, ma anche in considerazione del fatto che i prodotti tipici e i piatti sono espressione della cultura gastronomica e dell’economia locale.
Il concorso enogastronomico UPVIVIUM, ideato da Punto 3 e giunto alla quarta edizione nel 2024, è una perfetta dimostrazione di questo ragionamento. Per UPVIVIUM, “team” composti da ristoratori e produttori agroalimentari di 6 Riserve della Biosfera italiane (Appennino tosco-emiliano; Delta Po, Monte Grappa, Isole di Toscana, Sila, Valle Camonica) si sfidano sulla base di un piatto accompagnato da una bevanda (vino, birra, succhi…) che devono contenere e valorizzare uno o più prodotti agroalimentari, scelti dalle Riserve della Biosfera di appartenenza. Il concorso prevede prima una fase locale, che coinvolge sia la comunità locale che i turisti (ad esempio quello della Riserva della Biosfera Isole di Toscana), quindi una fase nazionale, ovvero la sfida tra i vincitori locali che si terrà a novembre 2024 presso la Riserva della Biosfera della Sila, organizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi.