Come cambia il Bilancio di Sostenibilità con l’aggiornamento dei GRI Standard

Come cambia il Bilancio di Sostenibilità con l’aggiornamento dei GRI Standard
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Cambia il Bilancio di Sostenibilità con l’aggiornamento dei GRI Standard, la metodologia più diffusa al mondo per il Reporting di Sostenibilità aggiornata dall’organizzazione internazionale Global Reporting Initiative (GRI). Ecco le novità.

Come già anticipato in un precedente articolo, a ottobre 2021 la Global Reporting Initiative ha aggiornato e rafforzato i GRI Standard per la rendicontazione di sostenibilità, con lo scopo di garantire un maggior livello di trasparenza e responsabilità in merito agli impatti delle organizzazioni su economia, ambiente e persone.

Le numerose organizzazioni nel mondo che già rendicontano i propri impatti in conformità con gli standard GRI avranno tempo fino al 1° gennaio 2023 per recepire e conformarsi ai nuovi requisiti, ma naturalmente ne è incoraggiato l’uso anche prima.

Le novità

Le novità più consistenti riguardano gli Universal Standard declinati in GRI 1: Foundation, GRI 2: General Disclosures e in GRI 3: Temi materiali, che sono andati a sostituire i “vecchi” indicatori GRI 101, 102 e 103.

I cambiamenti di forma sono stati ampiamente delineati nell’articolo già citato Come cambia il Bilancio di Sostenibilità: aggiornati gli indicatori universali GRI 1,2,3, perciò in questo articolo ci dedicheremo a un approfondimento su alcuni cambiamenti sostanziali.

I concetti-chiave che la nuova pubblicazione GRI ha voluto porre alla base della reportistica di sostenibilità sono:

  • IMPATTO: definito come l’effetto, reale o potenziale, positivo o negativo, che un’organizzazione può avere sull’economia, sull’ambiente e sulle persone, inclusi gli impatti sui diritti umani.
  • TEMA MATERIALE: definito tale sulla base della significatività dell’impatto (positivo/negativo, reale/potenziale etc.) su economia, ambiente, persone e loro diritti umani.
  • DUE DILIGENCE: rappresenta il processo attraverso il quale l’organizzazione identifica, previene, mitiga e rende conto di come affronta i propri impatti negativi.
  • STAKEHOLDER: individui o gruppi, che hanno interessi, che sono o potrebbero essere influenzati (positivamente o negativamente) dalle attività dell’organizzazione. Dunque, rispetto a quella precedente, la definizione di stakeholder viene abbreviata e semplificata.

Analisi di Materialità e Due Diligence

La più recente versione degli standard prevede un nuovo approccio all’analisi di materialità, a cui viene affidato un peso maggiore rispetto a prima, includendo il concetto di due diligence, rafforzando quello di impatto e ampliando il processo di stakeholder engagement.  

Inoltre, essendo venuta meno la distinzione tra le opzioni “core” e “comprehensive”, l’organizzazione che sceglie di rendicontare i propri impatti “in accordance” con gli standard GRI, dovrà conformarsi a tutti i 9 requisiti della Sezione GRI 1:

  1. In conformità con il Requirement 1, i principi sui cui basare la rendicontazione sono: accuratezza, equilibrio, chiarezza, comparabilità, completezza, contesto di sostenibilità, tempestività e verificabilità.
  2. Il secondo requisito stabilisce che il GRI 2 “General Disclosures” diventi interamente obbligatorio e, altro importante aggiornamento, non sono ammesse dichiarazioni di omissione per alcuni indicatori in materia di governance e materialità. Le sezioni del GRI 2 riportano informazioni su: pratiche di rendicontazione, attività e lavoratori, governance, strategia, politiche e modalità di coinvolgimento degli stakeholder.
  3. Il GRI 3 “Temi materiali” riguarda il processo per la determinazione dei temi materiali, richiamando anche a processi di Enterprise Risk Management (ERM). Un’attenzione sempre crescente viene posta sulle più idonee modalità di integrazione delle tradizionali valutazioni di rischio nei processi di reportistica Environmental, Social, Governance (ESG), anche sulla base della definizione dei nuovi rischi globali evidenziati dal Global Risks Report 2022 del World Economic Forum.
Sintesi dei 9 criteri obbligatori della nuova sezione GRI 1

Il nuovo approccio al rischio prevede il passaggio a un concetto di doppia materialità, secondo cui le questioni ESG creano rischi e opportunità materiali da un doppio punto di vista. La Direttiva Europea Non-Financial Reporting Directive (NFRD) stabilisce che le aziende debbano rendicontare su come i problemi di sostenibilità influenzano la loro attività e come impattano, dall’altra parte, anche sulle persone e sull’ambiente. La logica di doppia materialità è una duplice analisi del rischio: non più solamente dal lato interno, ma include le considerazioni su un effetto “ritorno” del potenziale rischio.

In sintesi

Il processo di aggiornamento dei GRI Standards è ancora lungo e complesso: implica il coinvolgimento di numerosi soggetti e il richiamo a molteplici Convenzioni e Dichiarazioni universalmente riconosciute.  È indubbio che sia già avviato, i prossimi step prevedono le pubblicazioni dei 39 Sector Standard mancanti (il primo su Oil&Gas è stato presentato).

Le conclusioni che si possono trarre da questi primi aggiornamenti riguardano i concetti chiave su cui l’ente GRI ha voluto focalizzare la propria attenzione.

Il rispetto dei diritti umani viene posto come argomento trasversale all’intero sistema GRI e ne viene fornita una definizione tra gli argomenti rilevanti.  Altri temi chiave sono il processo di analisi di materialità e di stakeholder engagement, che devono diventare sempre più strutturati e integrati con gli altri processi aziendali.

Infine, i nuovi Universal Standard puntano a migliorare la qualità e la presentazione delle informazioni rendicontate.

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